Pier Paolo Pasolini
TUTTO È SANTO

19.10.2022__26.02.2023

In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975), l’Azienda Speciale Palaexpo di Roma, le Gallerie Nazionali di Arte Antica e il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo celebrano la figura del regista, scrittore e artista, nelle rispettive sedi museali, con un progetto espositivo coordinato e condiviso, articolato in tre mostre distinte dal titolo: Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO. Il progetto concepito e curato collettivamente da Michele Di Monte, Giulia Ferracci, Giuseppe Garrera, Flaminia Gennari Santori, Hou Hanru, Cesare Pietroiusti, Bartolomeo Pietromarchi, Clara Tosi Pamphili, ha come punto di partenza il tema della corporeità e intreccia discipline, media, opere originali e documenti di archivio secondo tre direttrici autonome, specifiche per ogni sede, ma concepite per potersi integrare allo scopo di sollecitare riflessioni inedite sulla produzione pasoliniana, sull’influenza culturale che ha esercitato e ancora esercita sullo sguardo di chi la osserva dal XXI secolo.
Il titolo comune, Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO, è ispirato alla frase pronunciata dal saggio Chirone nel film Medea (1969), a evocare la misteriosa sacralità del mondo: il mondo arcaico, religioso, del sottoproletariato, un mondo senza classi e senza appartenenze ideologiche, in opposizione a quello della modernità ordinato secondo i principi razionali, laici, borghesi.

Pier Paolo Pasolini TUTTO È SANTO19 ottobre 2022__26 febbraio 2023
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La mostra al Palazzo delle Esposizioni, dal 19 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023, Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO. Il corpo poetico – a cura di Giuseppe Garrera, Cesare Pietroiusti, Clara Tosi Pamphili e Olivier Saillard (co-curatore per la sezione dedicata ai costumi) – presenta esclusivamente materiali originali: un’accurata selezione di oltre 700 pezzi che vanno a comporre un ritratto “corporeo” e inedito del grande intellettuale italiano: fotografie vintage, giornali dell’epoca, prime edizioni di libri, riviste sulle quali per la prima volta comparvero interviste, articoli, interventi, e poi dattiloscritti, ciclostilati, filmati, dischi, nastri, e oltre 100 costumi e abiti di scena. Un’esposizione che, in ogni sua parte, parla di amore per le cose e i corpi, nel nome della santità del reale.

Alberto Moravia, Dacia Maraini, Pier Paolo Pasolini, Maria Callas  | Polaroid. Archivio Fotografico di Dacia Maraini
Pier Paolo Pasolini seduto sulle scale del terrazzo della sua casa, luglio 1960  | © AF Archivi Farabola
Anche gli articoli in riviste e quotidiani dell’epoca vengono esposti nella emozionante integrità della loro prima apparizione e “incarnazione” nel mondo. Di ogni citazione, quindi, è non solo indicata ma anche esibita, la fonte nella sua realtà materiale: ad esempio, la copia integrale del «Corriere della sera» del 19 gennaio 1975 dove apparve l’articolo di Pasolini “contro l’aborto”, oggetto effimero ma con un contenuto e una storia tuttora dinamitardi.
In questa indagine, insieme ai giornali e alle riviste, il libro come oggetto si fa potente incarnazione della parola e assume forse la parte più importante del corpus pasoliniano: si parte dal sogno adolescenziale, di stampare il proprio libretto di poesie (a proprie spese, artigianale, ingenuo, meraviglioso) fino alle grandi pubblicazioni, alle raccolte che segnano il sopraggiungere della notorietà. Per Pasolini la passione di pubblicare libri è legata al desiderio di diffondere pensieri, visioni e tormenti, in un dialogo continuo con le persone, con il pubblico, con la gente; un dialogo fatto, fra il 1960 e il 1975, di rubriche, interviste, interventi continui su giornali e settimanali.
Le rubriche settimanali su «Vie Nuove» (“Dialoghi con Pasolini”) e su «Tempo» (prima “Il caos” e poi “Letture”) fino alla collaborazione con il «Corriere della sera», tracciano con evidenza un Pasolini “corsaro” da sempre: tutta la sua produzione giornalistica ha la valenza di uno straordinario Zibaldone di pensieri e di lotta: è nel dialogo, nell’incontro con gli altri che avviene l’esperienza più poetica dei corpi.

 

Pier Paolo Pasolini a Porta Portese, Roma luglio 1960 | © AF Archivi Farabola
Attraverso l’opera di Pasolini appare il miracolo della diversità dei volti e di un pensare anarchico; la sacralità del femminile, delle negritudini, del Sud visto come orizzonte di alterità e salvezza. È la forza selvaggia, barbara ed estrema, del dire di Pasolini, e il feroce dileggio subito per la sua diversità; l’amore o lo struggimento per le lingue non addomesticate, per i dialetti e le parlate, per la progressiva scomparsa, causata dall’omologazione televisiva, delle voci e dei canti del popolo; per i vestimenti scomparsi dalla terra e per la centralità della povertà come dimensione umana reale di fronte all’irrealtà alienata del consumismo.
 
L’esposizione è articolata in sette sezioni tematiche: Volto – Le persone sono santi; Dileggio – Il linguaggio dei padri; Femminile – Il sacro che ci è tolto; Abiti – I costumi del corpo; Voci – Di popolo e di poeta; Partitella - La vera Italia, fuori dalle tenebre; Roma – La città in strada e Roma – Complice Sodoma.
Al centro del percorso espositivo lo spazio circolare della Rotonda di Palazzo delle Esposizioni è trasformato in una grande sala-lettura in cui sono presenti numerose edizioni di libri su e di Pier Paolo Pasolini liberamente fruibili dal pubblico.
 
Tra i progetti speciali, in mostra un vinile prodotto da Bomba Dischi, in collaborazione con Gucci, sponsor del progetto, con Ariete, Franco126, CLAVDIO, Giorgio Poi, POP X & Giacomo Laser che rendono un omaggio alle “canzonette” scritte e amate da Pasolini, e che sarà possibile ascoltare per tutta la durata dell’esposizione.
 
Scarica la Brochure della mostra
 
 
Il catalogo della mostra è edito da 5 CONTINENTS in coedizione con Palazzo delle Esposizioni


  
  
 
 

Il corpo veggente

Palazzo Barberini, 28 ottobre 2022 – 12 febbraio 2023
La mostra delle Gallerie Nazionali esplora il ruolo determinante dell’ispirazione della tradizione artistica nel cinema e nell’immaginario figurativo pasoliniano, dai Primitivi al Barocco, dall’arcaismo ieratico dei pittori giotteschi al realismo sovversivo di Caravaggio.
Il percorso della mostra, concepito come un “montaggio”, illustra il potere di sopravvivenza delle immagini, la loro carica espressiva ed emotiva: tracce di una memoria che ritorna, di radici antropologiche profonde. Trasfigurate dall’obiettivo poetico di Pasolini, le immagini antiche resistono come testimoni del mistero sacro e insieme mondano del nostro rapporto con la realtà e con la storia.
 

Il corpo politico

MAXXI, 16 novembre 2022 – 12 marzo 2023
Al MAXXI la chiave di lettura dell’opera pasoliniana è restituita attraverso le voci di artisti contemporanei, le cui opere evocano l’impegno politico dell’autore e l’analisi dei contenuti sociali ispirati dalle sue opere. L’esposizione è concepita come un macrotesto che include un dialogo serrato tra le opere degli artisti e gli oltre 200 documenti - tra foto e i testi - legati all’ultima fase della carriera di Pasolini, in particolare il 1975. Negli anni Settanta, Pasolini concentra la sua scrittura sulla denuncia verso gli organi del potere, avvenuta
pubblicamente dalle prime pagine del «Corriere della Sera». Per questo al centro dell’esposizione è posto il corpo politico, ovverosia un insieme di dichiarazioni che riflettono sul sistema di anarchia del potere contemporaneo, sul sesso come metafora del consumo e della mercificazione dei corpi. La genuinità del volgo che perde la sua sacralità, gli effetti del consumo mediatico sul grande pubblico, i nuovi poteri letti come forze disgreganti del presente, la voce dell’artista come atto di protesta sono i temi che articolano la mostra.
 


 

 


 
L'iniziativa fa parte del programma PPP100 - Roma Racconta Pasolini promosso da Roma Capitale Assessorato alla Cultura con il coordinamento del Dipartimento Attività Culturali.