Mario Capecchi in conversazione con Roberto Faenza, Elisa Balzano, Marta Marzullo

1 dicembre

 
Da piccolo vagabondo di guerra, quasi l'immagine di un piccolo eroe di Rossellini, ad allievo di James Watson fino al Nobel per la medicina nel 2007. Mario Capecchi, l’italiano trapiantato in America che ha scoperto come silenziare i geni, incontra il pubblico italiano grazie ad un’occasione straordinaria: il film Hill of Vision sulla sua rocambolesca infanzia appena terminato da Roberto Faenza e co-prodotto da Rai Cinema. Quando la madre, antinazista, fu deportata in un campo di concentramento tedesco, si ritrovò a vivere da solo per strada, tra gruppi di bambini sbandati. Macilento e malnutrito, dopo tre anni fu ritrovato in un ospedale dalla madre, sopravvissuta, che partì con lui per l’America, aprendogli una vita di nuove possibilità. Un’occasione unica per il pubblico della mostra per ripercorrere la sua vita straordinaria e le sue importanti scoperte scientifiche, con l’aiuto del regista e di due brillanti ricercatrici.

 

Mario Capecchi è un genetista molecolare statunitense nato a Verona nel 1937. Consegue la laurea in “Chimica e Fisica” nel 1961 presso l’Antioch College in Ohio e nel 1967 il Ph.D. in “Biofisica” presso l’Università di Harvard. Egli è stato Professore associato presso la facoltà di Medicina dell’Università di Harvard fino al 1973, mentre successivamente ha ricoperto i ruoli di Professore di Biologia, Scienze oncologiche e di Genetica umana presso la facoltà di Medicina dell’Università dello Utah. Tra gli innumerevoli premi ricordiamo il “Kyoto prize” nel 1996, la medaglia “Franklin” nel 1997, la “Medaglia Nazionale per la Scienza” nel 2001, mentre l’anno seguente il “Premio Wolf per la Medicina”. Nel 2004 è stato decorato con la laurea honoris causa in “Medicina e Chirurgia” dall’Università di Firenze. Nel 2007, insieme ai colleghi Oliver Smithies e Martin Evans è stato insignito del “Premio Nobel per la Fisiologia o Medicina” per la messa a punto di tecniche di gene targeting che hanno portato al primo topo “knockout”.

 

Roberto Faenza, regista, scrittore e docente universitario, si è laureato al Centro Sperimentale di Cinematografia e ha debuttato alla regia nel 1968 con il successo internazionale Escalation. Tra la sua filmografia troviamo, fra gli altri: Copkiller (1983) con Harvey Keitel e il leader dei Sex Pistols Johnny Rotten; Mio Caro Dottor Gräsler (1990), tratto da un romanzo di Arthur Schnitzler, con Kristin Scott Thomas e Miranda Richardson; Jona che visse nella balena (1993), basato sulla storia vera di un bambino sopravvissuto al campo di concentramento di Bergen Belsen; Sostiene Pereira (1995), l'ultimo film italiano di Marcello Mastroianni; The Lost Lover (1999), basato sul romanzo di Abraham B. Yehoshua; Prendimi l’anima, ispirato dalla passione tra Carl Gustav Jung e la sua giovane paziente Sabina Spielrein; I giorni dell'abbandono (2005), tratto dal romanzo di Elena Ferrante; Un giorno questo dolore ti sarà utile (2011), tratto dal romanzo di Peter Cameron con Ellen Burstyn, Marcia Gay Harden e Lucy Liu; La verità sta in cielo (2016), sulla controversa scomparsa, nel lontano 1983, di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana di 15 anni.

 

Elisa Balzano è una dottoranda di ricerca in Genetica e Biologia Molecolare presso Sapienza Università di Roma nel laboratorio di Citogenetica Molecolare della Prof.ssa Franca Pelliccia e sotto la supervisione della Prof.ssa Simona Giunta. Conseguito il titolo triennale in Scienze Biologiche, Elisa ha proseguito il suo percorso formativo con la Laurea Magistrale in Genetica e Biologia Molecolare presso Sapienza Università di Roma con la votazione di 110/110 e lode. La sua ricerca si focalizza su specifici regioni “fragili” del genoma umano, spesso coinvolte in malattie geniche e genetiche. La sua passione per la scienza, ed in particolar modo per la biologia, è nata dai tempi del Liceo studiando il DNA, una struttura così piccola e vulnerabile ma anche così creativa da poter generare nuova complessità tale da racchiudere tutta la nostra storia evolutiva.

 

Marta Marzullo è nata a Terracina (LT) nel 1989. Nel 2013 si laurea con lode in Genetica e Biologia Molecolare all'università Sapienza di Roma, successivamente consegue il dottorato di ricerca nella medesima università con una tesi sulla regolazione della stabilità del genoma in Drosophila melanogaster. Nel 2018 si trasferisce a Lisbona (PT) all’ Instituto Gulbenkian de Ciência (IGC) dove studia la relazione tra invecchiamento, infiammazione e cancro nell’organismo modello Zebrafish. Tornata in Italia, nel 2021 vince il bando della regione Lazio “Vitamina G-Bando delle idee” grazie al quale fonda l'associazione “Laboratorio11” che si prefigge l'obiettivo di avvicinare il grande pubblico a scienza e cultura.

Informazioni

Biglietto di ingresso alle mostre e all’incontro: tariffa speciale di € 4,00, a partire dalle ore 18.00, fino a esaurimento dei posti disponibili

Palazzo delle Esposizioni - Rotonda

via Nazionale 194