HUMAN+. Il futuro della nostra specie

27.02__01.07.2018
a cura di Cathrine Kramer

La mostra è stata concepita e presentata per la prima volta da Science Gallery presso il Trinity College di Dublino.
Nella versione itinerante è co-prodotta da Science Gallery e Centre de Cultura Contemporània de Barcelona.
HUMAN+. Il futuro della nostra specie 27 febbraio__1 luglio 2018
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Foto © Anouk Nitsche

"Il futuro è arrivato. Solo che non è equamente distribuito"
William Gibson
 

Cyborg, superuomini e cloni. Evoluzione o estinzione? Che cosa vuol dire essere un uomo o una donna oggi? E come sarà tra cent’anni? Nel frattempo la tecnologia fa passi da gigante. Dobbiamo continuare ad accettare che la nostra mente, il nostro corpo e la nostra vita quotidiana vengano modificati o esistono confini che non andrebbero superati?
 

La mostra HUMAN+. Il futuro della nostra specie esplora i potenziali percorsi futuri dell’umanità considerando le implicazioni delle tecnologie passate ed emergenti. Il simbolo “+” in Human+ comporta un orientamento positivo per il futuro della nostra specie. Ma qual è questo orientamento? Per gran parte del Novecento, il progresso è stato misurato in base all’incremento di velocità ed efficienza – maggiore rapidità significava più forza ed efficacia – ma tutto ciò ha avuto come effetto collaterale quello di renderci più grassi, più tristi e più stanchi. C’è bisogno di ridefinire il concetto di riuscita.
 

Yves Gellie, Human Version  | photograph by Yves Gellie
Howard Schatz, Portraits of Aimee Mullins  | © Howard Schatz Beverly Ornstein

Il XXI secolo sarà caratterizzato dalla convergenza di settori come la biotecnologia, la robotica e l’intelligenza artificiale. Manipolazione di processi biologici, controllo di apparati meccanici e digitali, creazione di un’intelligenza non biologica al di sopra e al di là della comprensione umana: questi progressi sollevano interrogativi di natura etica sull’appropriazione della vita e l’alterazione dell’io. Le forze convergenti di queste e altre correnti ci porteranno in luoghi nuovi e sconosciuti.

Per l’edizione romana della mostra il Palazzo delle Esposizioni ha voluto affiancare al corpus principale delle opere selezionate dalla Science Gallery di Dublino e dal CCCB di Barcellona un ulteriore contributo.

Un gruppo di opere, selezionate da Valentino Catricalà (Fondazione Mondo Digitale) ci mostrano il punto di vista di alcuni artisti italiani sul quesito posto dalla mostra: con la formula “Umano, sovraumano?” di nietzschiana memoria. Gli artisti affrontano il tema del + Umano facendo luce sugli inevitabili rischi insiti nel concetto di ‘potenziamento’ tecnologico ossia quello del ‘depotenziamento’ dell’essere umano, un punto di vista che è poi anche un invito alla consapevolezza di noi stessi e degli strati più profondi del nostro sentire.

Dalle provocazioni sottili ai grandi gesti, le opere in mostra ragionano sul modo in cui questi cambiamenti possono essere adottati e assimilati. Il valore della speculazione, infatti, non sta nella previsione ma nella riflessione. Per che cosa stiamo lottando?
 

Consapevolmente o meno, stiamo disegnando il nostro futuro, e ogni disciplina avrà un ruolo in questo processo. In mostra artisti, designer e scienziati ipotizzano e immaginano molti futuri possibili. Ora tocca a voi.