Roma, a portrait
Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri

10.05__30.07.2023

A cura di Cecilia Canziani
con Francesca Campana e Giulia Gaibisso
 

Promosso da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, Azienda Speciale Palaexpo, prodotta da Azienda Speciale Palaexpo e organizzata con la collaborazione di Accademia Belgica, Accademia di Danimarca, Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, Accademia di Romania in Roma, Accademia d'Ungheria in Roma, American Academy in Rome, British School at Rome, Centro Ceco di Roma, Circolo Scandinavo, Forum Austriaco di Cultura, Istituto Cervantes di Roma, Istituto Polacco di Roma, Institutum Romanum Finlandiae, Istituto Svizzero, Reale Accademia di Spagna a Roma

 

Roma, a portrait Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri10 maggio__30 luglio 2023
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Roma, a portrait è la prima edizione di un progetto che trasformerà, con cadenza annuale il Palazzo delle Esposizioni in un osservatorio privilegiato sulle visioni e sulle ricerche degli artisti e degli studiosi stranieri che ogni anno trascorrono un periodo di residenza a Roma, ospiti delle Accademie e degli Istituti di Cultura che hanno sede in questa città sin dal Seicento.  

Nel 1666, su impulso del Ministro francese delle Finanze Jean-Baptiste Colbert e di Gian Lorenzo Bernini viene istituita L'Académie de France, con l’obiettivo di accogliere i giovani artisti vincitori dell’ambito Prix de Rome.
Nel Settecento Roma è una città cosmopolita, meta privilegiata delle rotte del Grand Tour, un ambiente internazionale dove completare la propria formazione culturale e personale. Sul modello francese, nel corso dell’Ottocento, vengono così fondate rappresentanze culturali di numerosi altri paesi e alcune trovano la loro collocazione definitiva in città in seguito all’Esposizione Universale del 1911, che individua nel distretto culturale internazionale di Valle Giulia un tratto distintivo della capitale moderna. Anche nell’immediato dopoguerra, la fondazione di altri istituti di ricerca stranieri si salda alla storia - e al racconto - della città.
Di questo rapporto privilegiato tra Roma e la comunità internazionale è testimone l’immensa quantità di rappresentazioni della città e dei suoi dintorni realizzate nelle varie epoche dagli artisti stranieri, che ha nel Grand Tour un momento di particolare importanza. Il paesaggio acquista autonomia a partire dal Seicento e diventa, tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, il genere con cui la pittura si rinnova, trovando nella luce mutevole e nei colori di Roma, e dei suoi dintorni, il luogo ideale in cui sviluppare nuovi linguaggi.

Roma, a portrait. Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri | Una sala della mostra al Palazzo delle Esposizioni, foto Daniele Molajoli

Il racconto della mostra inizia dai primi anni del XIX secolo, momento in cui il confronto tra diverse personalità e scuole nazionali artistiche è particolarmente fertile, soprattutto nelle comunità temporanee che si formano d’estate, quando lasciati gli atelier in città, i pittori scoprono i suoi dintorni e dipingono en plein air.

A partire da questa riflessione, la mostra raccoglie opere di artisti che nel tempo, accomunati dall’essere stati residenti nelle Accademie e negli Istituti di Cultura stranieri a Roma, raccontano la città come una risorsa, un materiale che seppur rappresentato con l’estraneità del loro sguardo, ne riconosce le matrici costituenti e tradizionali. Da genere pittorico, il paesaggio viene gradualmente declinato nel percorso espositivo in medium e forme diverse. Diventa una sintesi di elementi, processi, relazioni, abitudini, sguardi, contemporaneamente pertinente all’uomo, alla natura, all’insieme delle forme e delle possibilità del territorio e dell’ambiente.
In mostra documenti e fotografie provenienti degli archivi delle Accademie ed Istituti di cultura stranieri a Roma.
 
Da questo nucleo centrale, la mostra prosegue con incontri, performance e proiezioni ospitati a Palazzo delle Esposizioni e con l’invito a prendere parte alle mostre e agli open studio nelle Accademie e Istituti, che rappresentano oggi luoghi di incontro e di contaminazione tra percorsi, identità e comunità, capaci di raccontare la complessità della nostra epoca.

Opere e interventi di Camille Aleña, Elvira Amor, Giacomo Balla, Sara Barker, Yasmina Benabderrahmane, Carla Boserman, Maeve Brennan, Andrea Büttner, Simon Callery, J. B. Camille Corot, Michel Couturier, Danica Dakic, Freya Dooley, Catriona Gallagher, Oona Grimes, José Guerrero, Ernest Hébert, Benedikt Hipp, Julia Huete, Sophie Jung, Winifred Knights, Tobias Koch, Jochen Lempert, Benoît Maire, Ana Mendieta, Bocar Niang, Ester Partegàs, Elise Peroi, David Schutter, Maya Schweizer, Something Fantastic, Jakob Strandgaard, Esther B. Van Deman, William Villalongo, Hannah Villiger, Konstantin von Kügelgen, Clemens von Wedemeyer, Laura White.