Partendo dalla suggestione del teatro anatomico, la rotonda di Palazzo delle Esposizioni si trasformerà in uno spazio dedicato al dibattito sulla visione e la costruzione dell’immagine del corpo, ma anche in un atelier di disegno dal vero e in una vera e propria scena per la performance. Sostituendo i modelli viventi ai cadaveri, questo dispositivo diventerà, per tutta la durata della mostra, uno strumento destinato a suscitare dinamiche di attivazione dell’occhio, della mano e del corpo.
La mise en abîme del teatro anatomico, dunque, non intende solo restituire centralità al corpo sensibile ma propone di rovesciare le relazioni che, all’interno dello spazio espositivo, si stabiliscono fra l’osservato e l’osservatore.