VITA DULCIS
Paura e desiderio nell'Impero romano

22.04__27.08.2023
A cura di Francesco Vezzoli e Stéphane Verger
Ideata da Azienda Speciale Palaexpo, Museo Nazionale Romano e Studio Vezzoli
 
Mostra promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, Azienda Speciale Palaexpo
Prodotta e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo
 

VITA DULCIS Paura e desiderio nell'Impero romano22 aprile__27 agosto 2023
Top
Satyricon (Portrait of a priest), 2023. Courtesy Francesco Vezzoli, Almine Rech Gallery, Galleria Franco Noero, Apalazzogallery

Negli ultimi anni, Francesco Vezzoli ha sviluppato la sua pratica artistica creando un ponte tra l'immaginario contemporaneo e la storia dell'arte. Una prassi che lo ha portato a rivolgere la sua poetica all'arte antica, al passato e alle sue icone, e a districarsi tra diversi linguaggi, in un gioco di riferimenti e mescolanze tra cultura classica - solenne, eterna - e cultura pop.
La mostra pensata per il Palazzo delle Esposizioni vede l'intersezione di diversi livelli: l'arte contemporanea, la storia romana attraverso le opere provenienti dalle sedi del Museo Nazionale Romano e la rappresentazione che della storia romana è stata fornita attraverso il cinema nel corso del Novecento.

VITA DULCIS, Sala PARA BELLUM | Francesco Vezzoli, Achille!, 2021, busto di marmo italiano (XIX secolo), base di marmo verde, gesso, pittura acrilica. Courtesy Francesco Vezzoli, Almine Rech Gallery, Galleria Franco Noero, Apalazzogallery / Gruppo di Achille e Pentesilea, metà del II secolo d.C., Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano. Foto Daniele Molajoli

VITA DULCIS è un progetto che vuole creare una nuova narrativa, presentando opere e reperti dell'arte classica romana in un percorso espositivo privo di quella "freddezza" e "lontananza" caratteristiche di molte esposizioni museali, per restituire al visitatore l'intensità vitale e la passione autentica che questi reperti sanno suscitare, immergendoli in un allestimento concettualescenografico suggestivo e inaspettato, che li mette in relazione con alcune opere recenti di Vezzoli che incorporano elementi d'epoca antica o che all'antico sono ispirate.

Il cinema è il completamento ideale del racconto di VITA DULCIS: tra tutte le arti visive, è stato il mezzo che più di tutti ha utilizzato e celebrato il periodo storico dell'antica Roma, sempre cercando di restituirne la verità, la passione, le storie, le psicologie, le atmosfere e i colori.

Fin dagli inizi della sua carriera da artista, Vezzoli ha celebrato la Settima Arte come "medium" privilegiato per l’interpretazione della realtà e come riferimento emotivo e narrativo più potente nel dibattito contemporaneo. E non è un caso che una delle sue opere più note, Trailer for a Remake of Gore Vidal’s Caligula, presentata alla Biennale di Venezia del 2005, unisca appunto in una citazione irriverente dei "peplum", il cinema e l'antico per offrire una rappresentazione della degenerazione contemporanea del potere.   

È stato dunque per lui naturale accostare i reperti di epoca romana a spezzoni di film ambientati nell'antica Roma, creando un excursus parallelo sulla storia del cinema che parte da Cabiria del 1914 (il primo kolossal italiano, sceneggiato da Gabriele D’Annunzio), al Satyricon di Federico Fellini, fino alle incarnazioni più contemporanee, sia di produzione italiana che internazionale. 
 

VITA DULCIS, Sala UBI POTENTIA REGNAT  | Busto di Adriano in corazza, II secolo d.C. Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo / Replica moderna della testa di Marco Aurelio, Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano / Clip da Mio figlio Nerone, Italia Francia 1956, regia di Steno. Courtesy Titanus. Foto Daniele Molajoli
VITA DULCIS, Sala RIDENTEM DICERE VERUM  | Ermafrodito dormiente, metà del II secolo d.C. Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo / Ritratto femminile con copricapo a forma di elefante,II secolo d.C. Museo Nazionale Romano, Terme di Diocleziano / Francesco Vezzoli, Satyricon (Portrait of a Priest),2023, testa in marmo romano (I secolo d.C. circa), pitturaacrilica, foglie in plastica oro metallizzato, struttura filodi vite, nastro metallico. Courtesy Francesco Vezzoli, Almine Rech Gallery, Galleria Franco Noero, Apalazzogallery. Foto Daniele Molajoli

Il risultato è un intenso mosaico di opere classiche iconiche, sorprendenti reperti inediti, capolavori del cinema mondiale e un tocco di contemporaneità. Questa compresenza di livelli semantici è già particolarmente evidente all’ingresso della mostra, nella grandiosa rotonda, dove i visitatori sono accolti da una serie di opere provenienti dal progetto 24Hours Museum, che Francesco Vezzoli ha prodotto nel 2012 in collaborazione con Prada per esser messo in mostra - per un solo giorno - nello storico Palais d'Iéna a Parigi.  

Dopo 10 anni, vengono qui ripresentate per la prima volta sei grandi opere luminose del 24Hours Museum, con le quali Vezzoli ha reinterpretato alcune iconiche sculture romane, trasformandole in misteriose divinità che alludono a note dive contemporanee. Una "prefazione" al percorso espositivo, che vuole introdurre il visitatore in un viaggio immersivo nell'immaginario dell'Impero Romano, vissuto attraverso la bellezza e la vitalità dei tesori che provengono dal Museo Nazionale Romano, molti dei quali saranno mostrati al pubblico per la prima volta.
 

 
Immersi in una dimensione installativa,  suggestiva e teatrale, disegnata dall'artista Filippo Bisagni, ed esaltati da un gioco di luci e ombre, di bianchi e neri, concepito da Luca Bigazzi (il più celebrato direttore della fotografia italiano vivente, autore della fotografia di Così ridevano, Il Divo e La Grande Bellezza, tra gli altri), i reperti e le opere contemporanee selezionati da Francesco Vezzoli e Stéphane Verger dialogano all'interno di un percorso complesso ed emozionante, fatto di stratificazioni e accostamenti di livelli estetici distanti, epoche diverse, arte colta e arte popolare, racconto del potere e fotografia della vita "reale".
 


 
 Scarica il millelire con la lista delle opere e i testi di Cristiana Perrella