Cathy Berberian e Sylvano Bussotti | La Passion selon Sade

1965


La relazione tra Sylvano Bussotti e Cathy Berberian, sin dal loro incontro nella seconda metà degli anni cinquanta, esula dal semplice rapporto autore–interprete per trasformarsi in un sodalizio umano e artistico di rara intensità che durerà sino alla fine della vita della cantante. Le affinità e le complicità tra di loro investono ambiti di un quotidiano inteso esteticamente all’interno dell’unione del binomio arte–vita, tra cui una forte passione per la moda e i costumi, oltre a uno spiccato gusto per la decorazione.
Per la voce della sua musa, Bussotti concepisce alcune tra le sue pagine forse più note: Voix de femme (1958–59), Lettura di Braibanti (1959) e soprattutto La Passion selon Sade [1965], “mistero da camera” messo in scena nello stesso anno al teatro Massimo di Palermo nel quadro della Quinta Settimana Internazionale di Nuova Musica, documentato dalle fotografie di Ferdinando Scianna esposte in mostra. Oltre alla composizione musicale Sylvano Bussotti realizza la regia, i costumi e la direzione in scena, mentre a Cathy Berberian è affidato il ruolo principale, il doppio Justine/Juliette, che le permette di comunicare il suo straordinario talento teatrale oltreché vocale.
La raffinatezza grafica della partitura de La Passion selon Sade è esemplare della scrittura musicale del compositore, spesso concepita graficamente come giochi di linee e disegni in cui le rette del pentagramma si avvolgono intorno a figure umane, nell’atto di rappresentare alcuni gesti scenici, e si intersecano in spirali e figure geometriche. Si tratta di una composizione aleatoria che lascia alla cantante, ai musicisti e al direttore il compito di decidere come gestire l’ensemble degli strumentisti che diventano veri e propri co–creatori dell’opera nel momento dell’esecuzione.