Joyce Pensato

Joyce Pensato

 

La fosca minaccia di Gotham è sempre stata rappresentata dalla violenza della follia e dagli espropri forzati. Gran parte di essa si svolge per le strade, ma il resto si deposita nell'inconscio della città. Ogni giorno, la forza vitale di un'intera popolazione si mette all'opera per evitare che l'entropia si accumuli aggressiva al suo interno. Questa è l'oscura economia della libido che governa una città rivestita di vetro temperato e antichi mattoni.

In riferimento a un tale contesto psichico, Joyce Pensato ha inaugurato la mostra "Batman Returns" (2012) alla Petzel Gallery di New York presentando dipinti che raffigurano il cappuccio del supereroe che cola in disfacimento insieme a opere che riproducono un insieme di spettrali personaggi dei cartoni animati. Negli ultimi tre decenni le immagini di Topolino, Paperino, Felix, Krazy Kat, Homer Simpson, Krusty il Clown, Lisa Simpson, Eric Cartman e altri si sono ripetute all'infinito nei dipinti e nei disegni di Pensato: figure deturpate, ridotte a pochi tratti crudi e abbozzati, che giganteggiano in un'animazione sospesa, al limite dell'astrazione.

Homer e il suo sguardo vuoto. La sbigottita paralisi di Paperino. Il sorriso confuso di Topolino. Groucho con le sopracciglia pensose. Felix giullare represso. Lo sfinimento morale di Batman. Tutto sembra essere soggetto a coercizione, forzato in modo che lo spettacolo possa continuare.
In primo piano emerge il rapporto storicamente difficile tra Espressionismo astratto newyorkese e Pop art, esacerbato fino a giungere al confronto aperto. Attingendo a queste eredità artistiche, tra cui quella della propria mentore Joan Mitchell, Pensato ha sviluppato una sua cifra stilistica che fa scontrare il pop con il brutalismo insito nell'Espressionismo astratto: l'istinto di sopravvivenza della pittura contro la pulsione di morte della cultura, la figura cancellata contro il significante vuoto, la presenza vitale contro la fredda mano della civiltà dei consumi.

Tutto ciò gioca un ruolo importante nei dipinti e nei disegni di Pensato. Spessi contorni in bianco e nero scoppiano schizzando tutt'intorno; pennellate sfilacciate rivaleggiano con strati invadenti e cancellature aggressive. L'astrazione è l'acido corrosivo che disintegra il pop, altrimenti contrastato solo dalla sua reificazione a immagine di consumo.

Tutti questi elementi formali sembrano fondersi, proprio come accade negli ibridi personaggi dei cartoni creati da Pensato - ad esempio il mostruoso Duck Mouse (2008), un po' Paperino e un po' Topolino. Essi diventano creature di un'eteronomia plasmata dalla schizofrenia che è alla base della nostra cultura.

Pochi mesi dopo la mostra di Pensato, Batman è magicamente tornato nei cinema con Il cavaliere oscuro - Il ritorno, questa volta nei panni di uno stanco antieroe i cui ruoli contraddittori di difensore benevolo e brutale collaboratore della polizia sono diventati insostenibili, in particolare di fronte a clown sovversivi, a truffatori e a rivoluzionari che portano in primo piano le incertezze morali della nostra società.

Secondo la leggenda, la Gotham di Batman prende il nome da una cittadina medievale inglese i cui abitanti si finsero pazzi riuscendo così a opporsi al progetto di re Giovanni di costruire una strada e un castello sul loro territorio. Forse è questo il genere di follia che manca alla New York di oggi.

 

Howie Chen