I nostri Anni '70. Introduzione

Sono le cose che non conoscete che cambieranno la vostra vita

Paola Vassalli

I nostri anni Settanta sono anni formidabili e irripetibili e insieme bui e tempestosi, vero spartiacque fra passato e futuro, fra slanci ideali e obiettivi di cambiamento. Sono gli anni dello sviluppo tecnologico e di importanti conquiste sociali, anni in cui sembrava superato un certo italico individualismo, alla ricerca di una dimensione collettiva del vivere quotidiano. Ma anche gli anni in cui naufragano le illusioni del boom economico e gli ideali sessantottini, schiacciati da una ricerca della libertà, rischiosa perché senza identità.
Per quanti si affacciavano allora alla vita adulta, sono gli anni della formazione e delle prime libertà, del movimento studentesco, delle lotte per i diritti civili e l'emancipazione delle donne, alla ricerca di quei maestri che il Sessantotto aveva fin troppo frettolosamente spazzato via.
Sono anni di una particolare effervescenza creativa in cui la Capitale vede come sindaco uno storico dell'arte, Giulio Carlo Argan. Anni nei quali a Roma si può essere catturati - erano i primi mesi del 1974 - dall'impacchettamento ad opera di Christo delle Mura Aureliane, che guida il passante nel cuore della mostra Contemporanea, nel parcheggio di Villa Borghese.
 
Sono le cose che non conoscete che cambieranno la vostra vita, la frase di Vostell usata nella campagna di comunicazione della mostra "era stata profetica: scendere sotto Villa Borghese significava sottoscrivere un patto iniziatico, accettare il lato meno evidente delle cose, guardare la città da un altro punto di vista, abbandonare tutte le conoscenze pregresse". Oggi diciamo che la mostra e l'opera di Christo furono un invito a leggere l'arte per "imparare a vedere", a trovare il senso profondo delle cose, e insieme suggerivano il segreto prezioso di nascondere per svelare.
Questo lavoro, proposto dal Laboratorio d'arte del Palazzo delle Esposizioni, nasce in occasione della grande mostra Anni '70. Arte a Roma, con l'intento di proseguire sul filo della ricerca curata da Daniela Lancioni, alla quale vanno i nostri ringraziamenti.
Un'occasione preziosa per approfondire i favolosi Settanta dell'editoria per ragazzi in Italia. Anni in cui, grazie al clima effervescente e all'"apertura delle frontiere" ad opera delle "signore dell'editoria per ragazzi italiana", avviene una rivoluzione grafica e di contenuto nei libri per i nostri giovani lettori. 


In un'epoca di provocazioni estetiche, si consolida anche in Italia il picture book espressione più felice del nostro "albo illustrato" e il bambino apprendista lettore perde lo statuto di "minore" per acquisire pari dignità del lettore adulto. Le storie poi sono le stesse che mamma e papà leggono nei loro libri e sulle pagine dei quotidiani: storie ecologiche, storie di "guerra e pasta", di diversità e solidarietà, di amicizia alla ricerca dell'identità, storie di vita insomma.

Il 1969 vede così approdare nel prestigioso catalogo Emme di Rosellina Archinto, due titoli che segnano il cambiamento: Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni e Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak, due artisti a cavallo fra l'Europa e gli Stati Uniti. Nel 1970 Sendak riceve il Nobel della letteratura per ragazzi, l'"Hans Christian Andersen Award", quale miglior illustratore, e Gianni Rodari, ancor oggi unico italiano, quale miglior scrittore. Sempre nei primi anni Settanta Einaudi pubblica di Gianni Rodari La grammatica della fantasia, di Antonio Faeti Guardare le figure, di Bruno Munari la collana Tantibambini, tre pietre miliari della storia dell'editoria per l'infanzia. Nascono le prime librerie per ragazzi: a Milano, ad opera di Roberto Denti e Gianna Vitali, e a Roma, in via dell'Oca, a cura di Gina Bellot. Vengono pubblicate preziose collane: per avvicinare i bambini al mondo dell'arte, L'arte per i bambini a cura di Pinin Carpi, e per guidarli nella scuola e nella vita, la pedagogica Biblioteca di Lavoro.

Rinasce a Trieste la EL sotto la guida di Orietta Fatucci e a Milano vede la luce La Coccinella su progetto di Loredana Farina, mentre facendo tesoro dell'esperienza dell'animazione teatrale applicata alla promozione della lettura esordisce la fiorentina Fatatrac. Particolarmente connotati dallo spirito dei tempi, nascono alcuni esperimenti editoriali di rilievo, Dalla parte delle bambine e Quadragono Libri. Roma vive anni di grande fermento artistico e culturale: si sviluppa una nuova pedagogia segnata dal Movimento di Cooperazione Educativa, da insegnanti di spicco quali Maria Luisa Bigiaretti e Mario Lodi, da intellettuali geniali e generosi quale lo stesso Gianni Rodari e, nel mondo dell'editoria per ragazzi, si affacciano le Nuove Edizioni Romane di una giovane e coraggiosa Gabriella Armando.

Sono di quegli anni in Italia le Biblioteche di pubblica lettura e a Roma nel 1978 l'allora assessore alla cultura Renato Nicolini, da tutti ricordato per l'Estate romana che riporta il pubblico nelle strade e nelle piazze per tornare a vivere la città dopo i tempi bui del terrorismo, fonda il sistema di biblioteche centri culturali della città.


Una storia lunga un decennio che abbiamo voluto raccontare in questo libro, mettendo al centro l'opera originale dei grandi artisti italiani nei "sentieri della creatività": per conoscere le regole del gioco messe in campo da Bruno Munari nel creare i suoi preziosi "libri progetto", per entrare nel mondo delle fiabe e salire sulla scena teatrale guidati dalle figure di Emanuele Luzzati, per sperimentare la portata liberatrice del segno e della parola nelle poesie di Toti Scialoja, con sempreverdi compagni di strada quali la Valentina Mela Verde creata da Grazia Nidasio e la simpatica Pimpa uscita dalla penna di un grande Altan. A introdurre la storia, narrata a più voci dai suoi protagonisti, due "memorie d'autore", due autori che hanno entrambi esordito a Roma per i tipi delle Nuove Edizioni Romane, David Macaulay de La città romana e con Il giovane che entrava nel palazzo lo scrittore e poeta Roberto Piumini, italiano di chiara fama internazionale.