Digitalife 2017

07.10.2017__07.01.2018
Una coproduzione
Fondazione Romaeuropa
,
Azienda Speciale Palaexpo

Un progetto di
Monique Veaute

A cura di
Richard Castelli
per Jean Michel Bruyère, Dumb Type, Ivana Franke, Granular Synthesis

Kizart a cura di
Raffaella Frascarelli
per Nomas Foundation

Biennale de l'Image en Mouvement: da Ginevra a Roma a cura di
Andrea Bellini
, Cecilia Alemani, Caroline Bourgeois, Elvira Dyangani Ose per Fondazione Giuliani

Digitalife 2017 7 ottobre 2017__7 gennaio 2018
Top
Ulf Langheinrich (Granular-Synthesis)

L’ottava edizione di Digitalife, sezione del Romaeuropa Festival dedicata alle nuove tecnologie e all’arte digitale, stimola una riflessione sulla fragilità delle rappresentazioni del reale, ingannevole quanto le illusioni virtuali che sono in grado di deformarlo. All’interno degli spazi del Palazzo delle Esposizioni lo spettatore interagisce con complesse architetture audiovisive, vi si immerge, viene avvolto da vortici di luce e suono. Gli strumenti con cui le installazioni da noi selezionate assieme a Richard Castelli sono state realizzate offrono agli artisti la possibilità di ampliare i propri orizzonti espressivi e di captare e riprodurre i mutamenti in atto nell’ambiente in cui viviamo. Un mondo basato sulle immagini in cui le nuove tecnologie non sono più solo mezzi di conoscenza e interazione, ma contribuiscono a ridisegnare la nostra identità, o meglio le nostre molteplici identità, a ridefinire il concetto di tempo e i confini delle nostre potenzialità. Sulla centralità delle immagini e sull’importanza della percezione visiva si concentra il lavoro di due importanti istituzioni culturali: la Fondazione Giuliani, legata alla Biennale dell’Immagine in Movimento del Centre d’Art Contemporain di Ginevra, e la Nomas Foundation, che con KizArt riesce ad avvicinare anche i più piccoli alla video arte contemporanea.

Digitalife 2017  | L'allestimento della mostra
Digitalife 2017  | L'allestimento della mostra
Arte e scienza. Privato della sua realtà materiale e trasformato in bit, oppure ricostruito per essere indossato come un’armatura in grado di superare i limiti e le imperfezioni di pelle, ossa, muscoli, il corpo umano è un ibrido. Frammentato in numeri o ripensato in silicio, convive e viene contaminato dalla tecnologia, che si insinua sempre più nel nostro processo evolutivo. La scienza determina questi cambiamenti, l’arte li anticipa. In occasione della giornata conclusiva del Festival, Romaeuropa mette in comunicazione queste due forme di conoscenza, libere nella loro espressione e internazionali per vocazione, per immaginare il nostro futuro.