Roberto Bazlen
Il più portentoso e nascosto talent scout dell’editoria
Nato nel 1902 a Trieste, morto nel 1965 a Milano. Italiano e tedesco, con gli occhi aperti sulla cultura mitteleuropea, che all’Italia era rimasta quasi sconosciuta. Lettore insaziabile, trova sulle bancarelle del ghetto i libri lasciati dagli austriaci che abbandonano Trieste. Giovanissimo frequenta Saba, Quarantotti Gambini, Edoardo Weiss e soprattutto Svevo, che lui stesso segnala a Montale, dando così inizio alla sua fortuna. Nel 1934 si trasferisce a Milano, dove nel 1937 incontra Luciano Foà con cui dal 1942 lavora alle Nuove Edizioni Ivrea di Adriano Olivetti, il programma che ispirerà decenni dopo la nascita di Adelphi. Montale lo incontra nel 1924 a Genova, gli fa scoprire Kafka, la letteratura mitteleuropea, fino a diventarne il consigliere occulto. Nel 1939 si trasferisce a Roma, in via Margutta, dove prende in affitto da due sorelle la stanza che per tutta la vita sarà la sua vera casa. Tesse legami disparati, lambendo mondi molto distanti tra loro: artisti, traduttrici cui insegna il mestiere, lo psicoanalista Ernst Bernhard e l’universo dell’analisi junghiana e dell’astrologia. Lavora come consulente occulto di molte case editrici: Carocci, Rosa e Ballo, Cederna, Frassinelli, Astrolabio, Bocca, Guanda, Bompiani, Einaudi, Boringhieri, cercando sempre di restare trasversale ai salotti intellettuali. Le sue proposte editoriali il più delle volte spiazzano gli editori e rimangono inascoltate. Tra le eccezioni, le opere di Jung che fa pubblicare ad Astrolabio e L’uomo senza qualità di Musil a Einaudi. Nel 1962 con Luciano Foà e Roberto Olivetti fonda l’Adelphi, in cui può finalmente riversare il fiume di idee e autori a cui non era ancora riuscito a trovare sbocchi. E progetta la Biblioteca Adelphi, ispirandone per molti anni a venire il catalogo. Sfrattato nel 1965 dalla sua “tana” romana, vive mesi affannosi e muore all’improvviso il 27 luglio del 1965 in un albergo a Milano.