Andrea Pomella | Pasolini, la via dolorosa

1 gennaio
ingresso libero

Pasolini è morto all’idroscalo di Ostia, un Golgota di periferia. Non c’era sua madre a piangerlo ai piedi della croce. A ben vedere non c’era neppure una croce. C’era la tragedia e il ghigno, la sfida e il sangue, c’erano apostoli che avevano rinnegato il suo nome, c’era l’orizzonte del mare, che è pur sempre una specie di deserto, e case basse, baracche di altri poveri cristi mortali, magari c’era un dio a cui domandare: “Perché mi hai abbandonato?”, ma non sappiamo che specie di dio fosse quello che aleggiava sui cieli di Ostia la notte del 2 novembre 1975.

Pasolini aveva una vocazione allo scandalo. Era alla ricerca continua di una verità assoluta da rintracciare tanto nella spiritualità cristiana quanto nella visione sociale marxista, nel mondo rurale precapitalistico e nelle apocalissi quotidiane delle borgate romane. Parlava degli ultimi da ultimo, “come i poveri povero”. Era un poeta che portava la sua croce fatta di ragione rivoluzionaria e cognizione del peccato, di dubbi e di contraddizioni.

A Dio (quello delle Sacre Scritture) si era rivolto spesso in vita con preghiere da ateo, a margine di quella che era una confessione umanissima sul contrasto persistente tra “carne e cielo”, l’impronta di un travagliante dissidio interiore sul senso del peccato, il rovello della castità e il sacrilegio dell’amore.

Pasolini era un cristo laico, e come tale ha affrontato il suo destino camminando lungo le stazioni di una vera e propria Via Crucis fatta di cadute e di condanne, di ammonimenti e di morte. Si può allora raccontare Pasolini in quattordici stazioni, la sua via dolorosa, il cammino verso il suo Golgota di periferia. Si può raccontare il poeta e l’uomo, il profeta e il martire, la parabola umana e civile di una figura intellettuale tra le più rivoluzionarie del Ventesimo secolo.

 

Andrea Pomella è nato a Roma nel 1973. Ha pubblicato monografie d'arte su Caravaggio, Van Gogh e i Musei Vaticani. Ha scritto i romanzi La misura del danno (Fernandel), Anni luce (Add) con cui nel 2018 è stato tra i 12 candidati al Premio Strega, L’uomo che trema (Einaudi) con il quale ha vinto il Premio Napoli 2019 e il Premio Wondy 2020, I colpevoli (Einaudi) e Il dio disarmato (Einaudi). Insegna scrittura autobiografica alla Scuola del Libro di Roma.

 

Informazioni

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