Mikhailov ha sfidato ogni categorizzazione scardinando codici visivi dati. Ha creato proficue connessioni tra fotografie e testi, e tra immagini diverse componendole spesso in sovrapposizioni e dittici su cui è intervenuto con sfocature, ritagli o colorazioni a mano che ne accentuano il carattere ironico, poetico o nostalgico. Fino a teorizzare il concetto di fotografia "di cattiva qualità": immagini concepite volutamente a basso contrasto, sfocate, piene di difetti visibili, su carta di scarsa qualità, al fine di sovvertire l'immaginario glorificato del realismo sociale e della fotografia patinata.
Le serie create nel periodo in cui l'Ucraina faceva parte dell'Unione Sovietica puntano a mettere in discussione la memoria collettiva e a rispecchiare le contraddizioni sociali esistenti all'epoca. In Yesterday's Sandwich, realizzata a partire dal 1965, l'artista mostra una duplice realtà, ambigua e poetica, giustapponendo bellezza e bruttezza. In Red (1968-1975) sottolinea l'onnipresenza del colore rosso, evocando la presenza pervasiva del regime comunista e il modo in cui si è introdotto nella coscienza individuale e nella memoria collettiva. Le serie Luriki (1971-1985) e Sots Art (1975-1986) sono una cinica riflessione sulla maniera in cui le immagini di propaganda idealizzano artificiosamente la realtà. Il lato nascosto dell'utopia del proselitismo è rivelato anche in Salt Lake (1986), immagini di bagnanti scattate clandestinamente sulla riva di un lago nel sud dell'Ucraina.
Mikhailov si serve spesso anche dell'umorismo come arma di sovversione: un mezzo di resistenza all'oppressione e un potenziale stimolo verso l'emancipazione. Così avviene nella serie degli autoritratti provocatori I am not I (1992) e National Hero (1992), dove più che una critica diretta della società si serve dell'autocritica e dell'ironia.
Altre serie realizzate durante e dopo il crollo dell'URSS testimoniano il fallimento sia del comunismo che del capitalismo in Ucraina e fanno luce sulle origini della guerra: da By the ground (1991) e At Dusk (1993) a Case History (1997-1998); mentre nell'emblematica serie Case History raffigura un ritratto devastante dei diseredati a Kharkiv, lasciati senza casa dalla nuova società capitalista.
Attraverso argomenti controversi trattati senza compromessi, Boris Mikhailov dimostra che l'arte possiede un potere sovversivo. Da oltre mezzo secolo, testimonia la presa del sistema sovietico sul suo paese, creando una narrazione fotografica complessa e potente della storia contemporanea dell'Ucraina che, alla luce degli eventi attuali, è ancora più toccante e illuminante.
La mostra è accompagnata dal libro Boris Mikhailov 1965-2022, Mörel / MEP, Londra-Parigi 2023 (lingua inglese) e dalla pubblicazione bilingue (italiano e inglese), Saggi e Note. Essays and Notes, Mörel, Londra 2023, con testi dell’artista e di Simon Baker direttore della Maison Européenne de la Photographie (MEP) di Parigi, Laurie Hurwitz, Leigh Ledare.