Carmelo Bene biografia

Nota biografica a cura di Francesca Rachele Oppedisano

 

Carmelo Bene (Campi Salentina 1937 - Roma 2002) debutta al Teatro delle Arti di Roma nel 1959 con Caligola di Albert Camus. Lo spettacolo ottiene un clamoroso successo di critica e comincia a diffondersi l'idea che sia comparso un nuovo enfant terrible sulla scena contemporanea. Intensa la sua ricerca nel corso degli anni sessanta che prende forma nei teatri romani, in luoghi alternativi di sperimentazione, come il Teatro Laboratorio, il Beat 72, locale storico dell'underground romano e il Teatro Carmelo Bene. Risalgono a questo periodo le prime di una lunga serie di varianti di Amleto (da Shakespeare e Laforgue), Pinocchio da Collodi, Salomè da Wilde.

 

Alberto Arbasino, Ennio Flaiano, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini sono i primi a riconoscere in quelle sperimentazioni, apparentemente provocatorie, l'affacciarsi d'un nuovo modo di concepire la scena. Fedeltà al testo, rispetto dell'autorialità, sottomissione alle regole registiche e drammaturgiche sono i dispositivi di "potere" rispetto ai quali Bene oppone la volontà di "togliere di scena" i campioni indiscussi della classicità teatrale, letteraria e poetica, attraverso una "scrittura di scena" intesa come "atto critico", nel solco tracciato da Antonin Artaud e Oscar Wilde.

 

Tra il 1968 e il 1973 Bene lascia il teatro e si dedica al cinema realizzando cinque film. Nostra Signora dei Turchi, variante filmica del suo primo romanzo pubblicato nel 1966, vince il Premio Speciale della Giuria al Festival di Venezia nel 1968. Nel 1973 indaga il mezzo televisivo e nel 1974 registra per la RAI Bene! Quattro diversi modi di morire in versi, cui seguiranno numerose altre opere televisive tra le quali Otello e l'opera postuma, Lorenzaccio.

 

Dopo il debutto a Parigi di due spettacoli, S.A.D.E. e Romeo & Giulietta, nel 1976, l'opera di Bene conosce una rinnovata legittimazione critica. Pierre Klossowski e Gilles Deleuze, tra gli altri, scriveranno di lui riconoscendo nel suo teatro la messa in opera di una visione filosofica debitrice nei confronti di grandi pensatori quali Schopenhauer, suo filosofo d'elezione, Stirner, Nietzsche, Freud e Lacan.

 

Dal 1979 inizia per Bene la stagione degli spettacoli-concerto inaugurati dal Manfred di Byron-Schumann. I recital con Eduardo De Filippo, i Canti Orfici di Dino Campana, le poesie di Hölderlin e Leopardi, sono  alcuni dei grandi avvenimenti scenici che consacrano il legame profondo di Bene con la musica, con la phonè che indica l'essenza del suo linguaggio. Sylvano Bussotti, Vittorio Gelmetti, Gaetano Giani Luporini, Luigi Zito, sono alcuni fra i musicisti che hanno affiancato Bene nelle opere-concerto, una forma teatrale che risale al primo Spettacolo Majakovskij del 1961 con musiche live di Bussotti. Gli anni ottanta sono caratterizzati dalla frequentazione dei teatri lirici e dei grandi spazi riservati di solito ai raduni di massa, memorabile nel 1981 la Lectura Dantis dalla Torre degli Asinelli in occasione del primo anniversario della strage di Bologna. Sono gli anni in cui Bene sperimenta la potenza della "strumentazione elettronica amplificata". I microfoni, i mixer, gli equalizzatori, il Bx, l'aphex, l'harmonizer, assieme al parco luci, ai costumi e alle scenografie, diventano il corpo della cosiddetta "macchina attoriale", dispositivo attraverso il quale "è svelato allo spettatore che la Macchina regge lo stesso regista". 

 

Alla fine del gennaio 1988 Bene è nominato direttore della sezione teatro della Biennale di Venezia.

Dopo una pausa durata circa quattro anni, Bene torna alle scene nel 1994 con Hamlet Suite. Nel 1995 pubblica per Bompiani l'Opera Omnia in cui raccoglie tutta la sua produzione teatrale e letteraria. Il poema 'L Mal de' fiori, vincitore del Premio Schlesinger nel 2000, sarà l'ultima opera di Bene, concepita per essere evocata oltre "lo scritto del morto orale". Muore a Roma il 16 marzo 2002.