Seconda Settimana Internazionale della Performance

Teatro della post–avanguardia poesia sonora — poesia gestuale — poesia di animazione plastica
Bologna, 1– 6 giugno 1978

 
A cura dello storico dell’arte Renato Barilli, la II Settimana Internazionale della Performance nel giugno 1978 è dedicata in particolare alla poesia sonora e gestuale e al teatro sperimentale.
La diffusione della poesia sonora sul finire degli anni settanta è esemplare del clima di partecipazione collettiva che invade l’arte e la vita del decennio. Ne sono un esempio le diverse rassegne che hanno luogo tra la fine del decennio e i primi anni ottanta, come il Sexpoetry Festival presso il teatro Out Off di Milano, dove va in scena con voce di Stratos la performance di danza di Valeria Magli su poesia di Balestrini Le Milleuna e Milanopoesia, il Festival Internazionale di Poesia, Musica, Performance, Danza e Teatro organizzato da Gianni Sassi nel 1982.
Demetrio Stratos partecipa alla II Settimana Internazionale della Performance assieme ai maggiori rappresentanti internazionali della poesia sonora come Henri Chopin, Bernard Heidsieck, Maurice Lemaitre, Judith Barry, Adriano Spatola, Arrigo Lora–Totino e infine Valentino Zeichen. A latere della sua performance vocale a cui accompagna l’installazione di paperelle di plastica, Stratos incontra Bernard Heidsieck. Il poeta francese dedica a Stratos una performance mettendo in atto un “falso dialogo”. La respirazione di Stratos percepita in sottofondo resta come puro contrappunto ritmico al soliloquio del poeta. La performance rientra all’interno del più ampio progetto di Heidsieck, Respirations et brèves rencontres, sessanta brevi incontri con poeti viventi e deceduti, tra cui Antonin Artaud, Thomas Stearns Eliot, Bertold Brecht e Paul Valéry.
L’interesse per le potenzialità sonore e performative della voce intrinseche alla poesia sonora spinge Stratos l’anno successivo a interpretare per la radio francese Radio France Culture il poema radiofonico di Antonin Artaud Pour en finir avec le jugement de dieu, forse il testo più radicale del Novecento, pura acrobazia acusmatica per radiodiffusione.